Come aprire un bar: requisiti e costi da sostenere |
Il bar, luogo simbolo della giornata italiana. Aprire un bar nel nostro Paese potrebbe rivelarsi un’interessante opportunità di business, specie se si ha in mente di avviare questa attività in una grande città o in una zona particolarmente densa di turisti. Il tutto nonostante l’Italia sia un paese pieno di bar: sono oltre 167mila in tutto lo Stivale. Ma seguendo il giusto approccio imprenditoriale si potrebbe rivelare una scelta redditizia. Nell’articolo, quindi, presenteremo una serie di informazioni utili per chi fosse interessato ad aprire un bar. Aprire un bar: ecco cosa serveIn primis è necessario conoscere il contesto di riferimento, a partire dall’avere un’idea sulla struttura. Questo perché non tutti sanno cosa siano per la legge i locali denominati bar, ossia strutture adibite alla vendita per il consumo da effettuarsi sul posto. Quindi, un bar dovrà rispettare tutta una serie di regole relativamente alla destinazione d’uso, ai metri quadri e ad alcune caratteristiche di carattere urbanistico-edilizio. Dopo di che, andrà valutata la posizione nella quale aprire la propria attività. Che sia al centro della città o in una zona periferica, quello che conta è che il bar risponda pienamente ai bisogni ed alle esigenze della clientela locale. Infine, una volta tirate le somme di tutti questi aspetti, sarà necessario elaborare un business plan accurato, specialmente per mettere nero su bianco i costi da intraprendere. Nello specifico: il budget iniziale, i costi previsti per tasse, fornitori e staff del locale. Per quanto concerne, invece, la normativa di riferimento, è bene sapere che chi vuole aprire un bar deve attenersi ad un iter specifico, contenuto nella legge 287/91, che regola la possibilità di somministrare cibi e bevande. Inoltre, da qualche anno è stata abolita la licenza che regolava la concorrenza, quindi, tranne per il caso di aperture nei centri storici delle città, non è più facoltà dei singoli Comuni decidere quanti bar possano essere aperti nel territorio cittadino. L’ultima norma da conoscere è quella relativa alla regolamentazione igienico-sanitaria applicata agli esercizi pubblici. Passiamo ora ai requisiti minimi di cui deve essere in possesso il futuro proprietario del locale. Questo dovrà essere 18enne, aver completato la scuola dell’obbligo, aver scelto un locale idoneo per lo scopo, essere in possesso di posizione INPS, del certificato HACCP, della certificazione di inizio attività, definita SCIA, e della Partita IVA. Inoltre, il gestore dovrà completare con successo il corso ICAL, iscriversi alla Camera di Commercio e pagare i diritti alla SIAE. Infine, dovrà essere in possesso di un ulteriore requisito tra i seguenti: diploma presso istituto alberghiero, aver lavorato per almeno 2 anni negli ultimi 5 in un’impresa del settore alimentare come addetto qualificato alle vendite o alla produzione di prodotti alimentari, aver frequentato un corso per la somministrazione di cibi e bevande. Anche il locale deve rispettare alcune norme, come l’essere dotato di attrezzature obbligatorie quali bancone, tavoli, sedie e illuminazione. Inoltre devono essere presenti tutti gli elettrodomestici che garantiscano la corretta conservazione e somministrazione di cibi e bevande, nonché la pulizia adeguata del locale. A livello puramente burocratico, invece, il bar dovrà essere denunciato come locale a destinazione d’uso commerciale, rispettare tutti i vincoli sulla sicurezza sul lavoro, quelli paesaggistici e storici, oltre che essere isolato dal punto di vista acustico. Tutto questo avrà un costo, derivante dalla somma di spese fisse e variabili. Pertanto, sarà necessario avere un buon gruzzolo da utilizzare come investimento iniziale e, qualora i soldi a disposizione non siano sufficienti e non si possieda ancora una fonte di reddito, una buona idea potrebbe essere quella di ricorrere a soluzioni come i prestiti senza garanzie attraverso piattaforme sul web, che consentono anche di scoprire il funzionamento di questa tipologia di opzione. Così si riuscirà a coprire parte delle spese necessarie per avviare il proprio bar, spese che potrebbero essere ancora più alte qualora si decidesse di acquistare uno spazio di proprietà invece che un locale in affitto. Quindi la somma iniziale potrebbe oscillare tra i 50mila euro e i 100mila. Diverso il discorso per chi decida di lavorare in franchising. Qui l’investimento iniziale sarà di circa 10-15mila euro. |