Dpcm, cos'è

Tutti noi quest’anno abbiamo vissuto periodi di pandemia non facili da digerire. Sempre attaccati con ansia alla Tv o al sito di notizie sul web, si è sempre aspettato con trepidazione il nuovo DPCM che entrasse in vigore per capire come gestire la situazione.

dpcm cos'è

Non è di certo facile destreggiarsi tra le intemperie del COVID-19, soprattutto quando si parla di seconda ondata del virus. Nonostante la prima volta ci sia stato un violento lockdown, oggi sembra che le cose non siano ancora cambiate veramente, visto che all’orizzonte il coronavirus sembra non crollare in questo fine 2020.

Il governo si è costantemente mosso per creare un DPCM che potesse far stare in piedi la salute dello stato e la vita delle persone, anche se sono stati molti quelli che ne hanno risentito le cattive conseguenze legate alla chiusura di locali e alla segregazione nelle proprie mura di casa.

Ma cos’è il DPCM? Vediamo di seguito in questo articolo cosa significa l’acronimo e come mai il presidente del consiglio Giuseppe Conte continua ad aggiornare costantemente questa decreto che risulta indispensabile per salvaguardare la salute delle persone.

DPCM cosa significa

Il significato dell’acronimo DPCM nello specifico significa Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri. Come tutti sappiamo, il DPCM è quel decreto che modifica i recenti andamenti legati al coronavirus ed alle sue precauzioni per non diffondere ulteriormente il virus.

Come si può dedurre, questo è un decreto che può emanare solamente il presidente del consiglio, come tutti i decreti che derivano da norme di legge. Questo tipo di decreti appartengono ad un rango leggermente inferiore rispetto ai decreti legge o ai decreti legislativi.

Come funziona il DPCM? Questi decreti vengono creati per funzioni tecniche e per settori ben specifici. Fino ad oggi venivano utilizzati solo per fissare nomine di dirigenza o questioni tecniche interne al parlamento. Solo in questi ultimi periodi, per la prima volta, i DPCM vengono usati sotto forma di decreti per la sicurezza dello stato italiano.

Ad ogni modo, visto che i DPCM sono decreti di rango inferiore, c’è bisogno che questi abbiano un decreto legge per far sì che questi abbiano un peso. Nella sostanza, il governo necessita di fare un decreto di rango superiore che permetta al DPCM di entrare in atto.

DPCM e decreto legge, le differenze

Ma cosa cambia da un DPCM e un decreto legge? Mentre il DPCM non viene sottoposto ad atti di verifica, il decreto legge ha bisogno d’essere firmato dal presidente della repubblica. Proprio per questo motivo il DPCM è un atto istantaneo senza troppi fronzoli, utilizzato in situazioni d’emergenza come questa legata al COVID-19.

Questi decreti ministeriali sono quindi molto rapidi ed è solo il presidente del consiglio a dichiararne la loro effettività. I decreti legge invece hanno alcuni passaggi in più che riguardano un analisi ed un consenso proveniente da diverse parti politiche.

L’efficacia del DPCM: sta funzionando?

Stando ai dati di oggi, il DPCM sembra aver agito positivamente sull’esito e sullo sviluppo del coronavirus. In che senso? Con i provvedimenti presi dallo stato, i contagi sono effettivamente diminuiti e, soprattutto durante gli scorsi periodi di lockdown, si sono notati molto bene i risultati.

Nonostante il picco delle vittime è rimasto piuttosto alto, sembra che a lungo andare il lockdown imposto dal governo sia riuscito a moderare le sorti dettate dal COVID-19. Basti pensare che, durante il periodo estivo, i contagi si erano abbassati notevolmente, anche grazie al caldo che ha “mitigato” il virus.

Tuttavia, in questo autunno 2020 è evidente che una risalita del virus si sta verificando. Per questo motivo un nuovo DPCM aggiornato frequentemente potrebbe dare una mano per placare una pandemia che, oramai, va avanti da più di un anno.

 

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