La durata di un impianto idraulico può essere determinata da diversi fattori, legati sia alle tecniche di costruzione dello stesso, sia ai diversi materiali impiegati; è anche importante determinare se siano presenti tubature esterne, che risultano più facili da ispezionare rispetto a quelle posizionate al di sotto dei pavimenti.

Diciamo anche che una periodica ispezione delle tubature può essere d'aiuto, in quanto può prevenire quelli che possono essere dei piccoli guasti, ma che con il tempo possono portare a problemi più gravi, meritevoli di interventi più importanti e anche più costosi. In questo caso, rivolgersi ad un'assistenza come quella fornita da questo pronto intervento idraulico operativo a Roma può essere una mossa intelligente.
Quindi, per arrivare a stabilire la durata media di un intero impianto idraulico, dobbiamo tenere conto di diversi fattori, che ora andremo ad analizzare insieme.
Tipologie di tubi idraulici
Esistono diverse tipologie di tubi idraulici, che dipendono anche dal periodo in cui è stata costruita la casa, in quanto alcuni materiali erano di uso comune in determinati periodi e attualmente non lo sono più: parliamo ad esempio dei tubi di piombo e di polibutilene, di uso abbastanza comune negli anni '70.
I tubi costituiti da questi due materiali andrebbero sostituiti quanto prima: quelli in piombo, perché si tratta di un materiale pericoloso per la salute, mentre quelli in polibutilene sono ritenuti inaffidabili, poiché soggetti a rotture.
Tra gli altri materiali utilizzati per le tubature ricordiamo anche l'acciaio zincato, che è il materiale ritenuto più problematico e molto in voga nelle abitazioni precedenti agli anni '70: questi tendono a corrodersi molto facilmente, accumulando depositi che possono portare a riduzioni del flusso idrico e anche a macchie di ruggine, quindi vanno sostituiti quanto prima.
Anche la ghisa è un materiale comune per le tubature: si tratta di un materiale vulnerabile alla ruggine, ma lo spessore aiuta a rallentare la corrosione della ruggine ai danni del tubo stesso, quindi meglio utilizzarla per i tubi di scarico.
Poi c'è il rame, materiale che è in grado di resistere alla ruggine molto di più rispetto agli altri (pur non essendone immune); l'ottone, che, siccome è formato da rame e zinco, ha performance simili a quelle del rame; abbiamo poi il PVC, che è preferibile per le tubature al chiuso in quanto è vulnerabile ai raggi UV.
Parlando quindi della loro durata, ecco come si comportano i materiali appena nominati:
- acciaio zincato: dai 20 ai 40 anni;
- ghisa: dai 40 agli 80 anni;
- rame: dai 50 agli 80 anni;
- ottone: dai 40 agli 80 anni;
- PVC: dai 50 agli 80 anni.
I segnali dati dall'impianto idraulico
Dunque, come si è detto, case di una certa età dovrebbero automaticamente far pensare che l'impianto idraulico sia da rifare; tuttavia, vi sono determinati segnali che indicano guasti o rotture che potrebbero portare alla ristrutturazione completa dell'impianto.
Un segnale classico è quello dato dalle perdite d'acqua all'interno del proprio appartamento o di quello dei vicini, se si è in condominio; l'idea di riparare il singolo guasto è la soluzione più rapida ed economica, ma, quando si ha a che fare con un impianto datato, è anche la peggiore.
Poi, può capitare che aprendo il rubinetto, esca acqua sporca: questo perché le tubature sono vecchie e rilasciano varie sostanze all'interno dell'acqua potabile.
Un altro segnale è quello dell'acqua troppo calcarea, che rilascia una patina biancastra: il calcare depositato nelle tubature, se trascurato, può creare problemi di vario tipo.
Quindi, riassumendo, l'impianto idraulico andrebbe ristrutturato se ha più di 30 anni, se sono presenti perdite o se il materiale con cui è stato realizzato è tra quelli di cui abbiamo parlato in precedenza; anche perché difficilmente un impianto può superare i 30 anni senza creare problemi.



