Alternativa Sostenibile

" Alternativa Sostenibile: quando ormai parlare di solo sviluppo non basta più... Nel 1987 il rapporto Brundtland ha dato una prima spiegazione di cosa si intende per sviluppo sostenibile, ripresa poi dalla Conferenza Internazionale di Rio de Janeiro del 1992, precisando che si tratta di "uno sviluppo che soddisfa i bisogni del presente senza compromettere la possibilità delle generazioni future di soddisfare i propri bisogni". Nel 1991 IUCN, UNEP e WWF lo indicarono come uno strumento per "migliorare la qualità della vita pur rimanendo nei limiti della capacità di carico degli ecosistemi che la sostengono." Nel 1994 l\'ICLEI l\'ha definito come uno "sviluppo che offre servizi ambientali, sociali ed economici di base a tutti i membri di una comunità, senza minacciare l\'operabilità dei sistemi naturali, edificato e sociale da cui dipende la fornitura di tali servizi". Nel 2001 l\'UNESCO ha ampliato questo concetto aggiungendo che "la diversità culturale è una delle radici dello sviluppo inteso non solo come crescita economica, ma anche come un mezzo per condurre un\'esistenza più soddisfacente sul piano intellettuale, emozionale, morale e spirituale". (Art 1 e 3, Dichiarazione Universale sulla Diversità Culturale, UNESCO, 2001). Nel 2009, però, parlare solo di sviluppo sostenibile non basta più: serve un\'alternativa. Ed ecco allora Alternativa Sostenibile - il presente non ha una sola chiave di lettura il nuovo portale nato per far coesistere sostenibilità e sviluppo nel XXI secolo. Esso si declina come processo creativo glocal secondo l\'ormai famoso detto "think globally, act locally" con l\'ambizioso obiettivo di suscitare nella società contemporanea una rivoluzione culturale tangibile, basata su nuovi modus vivendi in cui far coesistere in modo pratico le tre dimensioni dello sviluppo sostenibile (ambientale, economica e sociale). "